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In collaborazione con i propri soci, Look At presenta una serata aperta al pubblico interamente dedicata alla cultura fotografica… Tre autori raccontati da tre soci di Look At: tre percorsi fotografici a confronto per discutere di tecnica, comunicazione e luce. 

Il progetto nasce dalla volontà di conoscere il maggior numero di autori, le loro storie ed i loro progetti, per incentivare ognuno a costruire in modo autonomo un bagaglio culturale-fotografico adeguato alla creazione di un portfolio che racconti attraverso gli scatti la sensibilità e le esperienze di tutti i membri di Look At. Scattare per emulazione è il primo passo verso la maturità e l'originalità stilistica, attraverso gli occhi di altri fotografi apriamo la mente, sperimentiamo, ci innamoriamo della fotorgafia prendendo coscienza delle possibilità espressive che offre.

Durante l'evento del 10 marzo 2014 hanno presentato i propri lavori i soci Rosy Torelli, Giacomo Sassatelli, Donato Tramparulo e Alessandro Russo. Ognuno dei quali, ispirandosi ad un autore, ha presentato una breve sequenza di scatti che ne ripercorresse lo stile o il pensiero. In particolare Rosy Torelli si è ispirata agli scatti Elena Schumilova, alle sue attente composizioni e all'uso "cinematografico" delle luci: tre intensi ritratti di bambini sono il risultato della lettura dei lavori della fotografa russa. Giacomo Sassatelli ha reinterpretato i paesaggi avvolgenti di Patrick Di Fruscia, contestualizzando la fotografia paesaggistica del fotografo canadese nei panorami e negli scorci dell'appennino reggiano. Donato Tramparulo ha affrontato la profondità delle fotografie del francese Eugène Atget: gli scenari inquieti della Parigi di fine ottocento e le vicende che hanno portato l'autore a scegliere la fotografia come documento della sua epoca. Ripercorrendo l'approccio introspettivo alla fotografia dell'autore e proponendo nuovi metodi di sperimentazione fotografica, ci ha offerto tre scatti diversi ma al contempo uniti per molti aspetti formali e comunicativi. Alessandro Russo ha scelto di focalizzare l'attenzione sul maestro Gabriele Basilico, omaggiandolo, ad un anno dalla scomparsa, con una sequenza di scatti che continuano il lavoro di rappresentazione dei luoghi urbani: il cimitero San Cataldo di Modena è stato la scenografia dell'attività fotografica, l'oggetto architettonico interpretato come macchina generatrice di forti emozioni. 

(Articolo a cura di Alessandro Russo)